LA VITA

Giuseppe Castiglione nasce a Milano il 19 luglio 1688 e viene battezzato nella parrocchia di San Marcellino (chiesa non più esistente, al tempo situata nell'attuale via Broletto, allo sbocco di via del Lauro); il suo certificato di battesimo è conservato nell'archivio storico diocesano. Fin da bambino manifesta una chiara propensione per il disegno e viene quindi avviato alla formazione artistica presso uno dei più accreditati pittori dell’epoca. Si teorizza una prima frequentazione nella bottega di Filippo Abbiati.

Il 16 gennaio 1707 entra nel noviziato della Compagnia di Gesù a Genova, dove realizza otto grandi tele di soggetto biblico per il refettorio dei novizi, in uno stile che mostra una profonda familiarità con il linguaggio pittorico del Seicento Lombardo. Destinato alla missione in Cina, in considerazione del fatto che l'imperatore Kangxi (regno 1662-1722) richiede da tempo un pittore italiano di talento, nel 1710 si trasferisce nella casa dei Gesuiti di Coimbra in Portogallo, tradizionale porto di imbarco dei missionari destinati all’Oriente. Qui viene trattenuto per eseguire opere pittoriche nella cappella del noviziato e due ritratti per i figli della regina del Portogallo, ora perduti. Nel 1714 finalmente può imbarcarsi per l’Oriente, ma senza avere raggiunto l’ordinazione sacerdotale. Fa tappa a Goa, Macao e Canton e riesce ad arrivare a Pechino nel 1715. Viene presto introdotto a corte e presentato all’imperatore Kangxi che lo inserisce nell’Accademia imperiale di pittura. Assume il nome cinese di Lang Shining (郎世寧 con significato di “uomo che ama la pace – uomo tranquillo”) e lavora con gli artisti cinesi ai quali è incaricato di insegnare le tecniche pittoriche italiane, mentre studia e impara a sua volta i fondamenti della pittura cinese. Non ci è pervenuta nessuna sua opera risalente a questo lungo periodo. Soltanto dopo la morte di Kangxi (1722), in occasione dell’ascesa al trono del successore Yongzheng (regno 1723-1735) Castiglione realizza un dipinto celebrativo (Immagini di buon auspicio) che riscuote grande successo e gli vale la conferma nell’incarico di pittore di corte da parte del nuovo sovrano. Inizia a produrre opere su commissione della casa imperiale. L’imperatore Qianlong (regno 1736-1795), appassionato d’arte, sostenitore della cultura e degli artisti, che da ragazzo lo aveva avuto tra i suoi istitutori come maestro di disegno, decreterà il suo successo definitivo, affidandogli innumerevoli incarichi e nominandolo ritrattista ufficiale suo e dei membri della famiglia imperiale. A questo periodo risale la maggior parte delle opere di Castiglione, le più celebri e apprezzate, frutto sia della sua sola arte, sia eseguite a più mani con altri artisti di corte.

Castiglione trascorre 51 anni a Pechino, lavorando intensamente per la corte, eseguendo lavori di pittura, di incisione, di smalti e dipingendo sia su seta e carta, sia su parete in vari ambienti delle residenze imperiali, dove stupisce e riscuote ammirazione con la realizzazione di magnifici trompe l’oeil.


I soggetti sono molto vari e la sua pittura è originalissima, poiché fonde insieme le basi della pittura europea e dell'estetica della migliore società cinese del XVIII secolo. Particolarmente importanti sono i ritratti dell'imperatore e delle sue spose e concubine, straordinariamente apprezzati a corte, così come i dipinti dei cavalli imperiali e quelli del genere “fiori e uccelli”.

Qianlong, molto curioso delle arti europee e infatuato di alcune immagini della reggia di Versailles, gli affida anche la realizzazione dei padiglioni in stile occidentale del Parco del Palazzo d’Estate di Pechino, il celebre Yuanming Yuan, che sarà distrutto e saccheggiato dalle truppe anglo francesi nella seconda Guerra dell’Oppio.

Giuseppe Castiglione muore a Pechino il 17 luglio 1766. L'imperatore Qianlong, gli tributa onori del tutto inediti per uno straniero nella Cina del XVIII secolo, scrivendo in sua memoria un editto, ancora oggi scolpito sulla lapide tombale di Castiglione, ordinando solenni esequie imperiali e conferendogli, postumo, l’alto rango di mandarino di secondo grado.