Hokusai dal British Museum di Stefano Locati

Un’occasione da non perdere: il documentario sull'artista giapponese – in originale inglese con sottotitoli in italiano – nelle sale solo il 25, 26 e 27 settembre 2017.

Katsushika Hokusai (1760-1849) è l'artista giapponese più conosciuto in Occidente e che più ha influenzato l'arte moderna occidentale. Le stampe ukiyoe che compongono Trentasei vedute del Monte Fuji (Fugaku sanjūrokkei, 1826-1833), tra cui la famosissima La grande onda di Kanagawa (Kanagawa oki nami ura, 1830-1831), hanno colpito l'immaginazione di pittori come Monet, van Gogh e Gauguin. Il documentario Hokusai dal British Museum è stato realizzato in occasione della grande mostra Hokusai Beyond the Great Wave che si è tenuta al British Museum di Londra dal 25 maggio al 13 agosto 2017 http://www.britishmuseum.org/whats_on/exhibitions/hokusai.aspx. Il titolo dell'evento, più suggestivo rispetto a quello del documentario, indica il proposito palese dell'operazione: far conoscere l'artista giapponese a un largo pubblico andando al di là delle sue opere più note.

Per raggiungere lo scopo è stata pensata una suddivisione in due parti: nella prima viene presentata la figura di Hokusai, insieme a una panoramica sulle fasi artistiche della sua vita, grazie soprattutto alle parole del curatore Tim Clark e dell'anziano ed entusiasta studioso Roger Keyes; nella seconda, più breve, si passa a una visita di alcune stanze della mostra vera e propria con la presenza bonaria dello storico dell'arte Andrew Graham-Dixon. Ad accompagnare le suggestive immagini ci sono i pensieri di pittori e artisti come David Hockney, Ideguchi Yuki, Grayson Perry, Kate Malone e Maggi Hambling, che a vario titolo si dicono influenzati dall'artista giapponese. Il percorso documentario è piuttosto semplice, con riprese di paesaggi contrapposte alle stampe di Hokusai, commentate dagli esperti di volta in volta interpellati. Dalle prime opere conosciute si ripercorre la sua evoluzione artistica, passando per le illustrazioni dei racconti popolari, per gli sketch di vita quotidiana dei manga, per le commissioni di artisti olandesi presenti sull'isola di Dejima, fino ai più famosi ukiyoe e alle opere della tarda maturità (mentre sono curiosamente lasciate fuori le stampe erotiche). Il carattere è largamente introduttivo, non sono presenti grandi approfondimenti, ma lo sguardo d'insieme risulta comunque affascinante. Il limite più grande è quello di concentrarsi subito su Hokusai, senza tentare una minima contestualizzazione all'interno della storia dell'arte giapponese, soprattutto considerato come il protagonista sia presentato come un innovatore rispetto alla tradizione. La seconda parte, quella ambientata all'interno del British Museum, è inoltre piuttosto didascalica, con gli interventi rapsodici degli artisti selezionati che aggiungono poco alla potenza espressiva delle immagini.

Nonostante questi piccoli limiti, Hokusai dal British Museum, diretto da Patricia Wheatley, è un'esperienza visiva appagante, di cui appassionati e curiosi dovrebbero approfittare al cinema, soprattutto per gustare appieno le immagini in altissima definizione. Grazie alle macchine da presa in 8K fornite dalla televisione pubblica giapponese NHK è infatti possibile scoprire i dettagli più minuti delle stampe, fin nei più piccoli particolari. Il viaggio visivo è emozionante, ma non sostituisce il dialogo diretto e privilegiato con le opere osservate dal vivo. Purtroppo la mostra a Londra è già terminata: fortunatamente negli ultimi anni sono state organizzate diverse mostre su Hokusai e altri artisti giapponesi anche in diverse città italiane. La speranza è che questo documentario contribuisca a svelare la necessità di altre, ulteriori occasioni per conoscere da vicino le molteplici rappresentazioni artistiche del “mondo fluttuante" giapponese.