Un convegno pensato per scardinare l’immagine immobile di un Paese in crisi. Partendo da prospettive differenti (storica, culturale, artistica) i relatori, in questa giornata di studio, ci restituiscono l’identità di un Paese che è stato, sin dall’antichità, punto nevralgico di contatto tra il mondo occidentale, l’Iran, l’India e la Cina.

Descrizioni di luoghi carichi di storia, immagini di monumenti splendidi, vecchie foto seppiate di bazar brulicanti di persone e di merci, descrizioni di oasi ridenti e di interminabili carovane lungo la Via della Seta… un Paese agli antipodi rispetto al desolante stato di crisi e di guerra che oggi occupa interamente il nostro immaginario.

L’obiettivo del convegno è non lasciare che questo immaginario prenda il sopravvento, che l’Afghanistan non rimanga, ancora una volta, un Paese isolato e lontano dal nostro sguardo, fuori dai confini della nostra attenzione. Spesso, infatti, la funzione dell’Afghanistan nella storia e nella cultura dell’oriente è stata dimenticata. Partendo da prospettive differenti (storica, culturale, artistica), i relatori, in questa giornata di studio, ci restituiscono l’identità di un Paese che è stato, sin dall’antichità, punto nevralgico di contatto tra il mondo occidentale, l’Iran, l’India e la Cina.

Ad arrichire le relazioni: esposizione di oggetti d’arte di collezionisti privati, un book corner di libri sul tema, un momento musicale per ricreare le atmosfere di quelle remote regioni dell’Asia Centrale, lungo la Via della Seta.